Il cappero è una pianta mediterranea molto rustica, la quale viene coltivata più frequentemente nelle regioni calde d’Italia, dato che si tratta di una pianta che richiede molto sole e teme molto il gelo e quindi nelle regioni del Nord sarebbe quasi impossibile da coltivare, ma ovviamente ha bisogno di molta cura e soprattutto di un riparo stabile.
Questa pianta fa parte della famiglia delle capparidacee ed è un arbusto perenne che può crescere anche tra le vecchie mura, infatti ama i terreni sassosi e ha bisogno di pochi risorse nutritive, andando a resistere molto bene alla siccità. In questo articolo andremo a vedere come poter coltivare i capperi nel modo giusto.
Il cappero deve essere seminato o piantato?
Il cappero può essere prodotto tramite seme, dopo la fioritura si va a formare un piccolo frutto che contiene la semente e per ottenere appunto assieme questo frutto può essere raccolto nel mese di settembre e seminarlo l’anno successivo. La semina di questa pianta non è molto facile e quindi molto spesso è consigliato andare a trapiantare direttamente le piantine di cappero, comprare direttamente in vivaio.
In ogni caso, se si decide di partire dal seme, la semina deve essere fatta in primavera, da fine febbraio si può cominciare a coltivarlo nel semenzaio oppure a marzo si può mettere direttamente nel terreno. Se si semina a marzo la pianta andrà a produrre il primo raccolto a giugno dell’anno successivo e solo l’anno seguente avrà una produzione a buon regime, ciò significa che ci vuole davvero tanta pazienza.
Come coltivare il cappero
La coltivazione del cappero è abbastanza semplice e si tratta anche di una pianta poliennale e ciò significa che non deve essere piantato tutti gli anni. Non ci sono particolari avversità per questa coltivazione, ma bisogna andare a seguire comunque le esigenze della pianta, che ha comunque bisogno di cure anche se minime:
- bisogna effettuare la sarchiatura, così da tenere pulita l’aiuola dagli erbacce;
- le piante devono essere bagnate solo quando sono giovanissime.
Infatti questa pianta ama la siccità e dopo aver sviluppato un buon apparato radicale diventa autonoma e riesce a trovare l’acqua da sola, anche nei periodi di siccità. Anche se si tratta di una pianta poco esigente, è opportuno fare una concimazione sporadica con dello stallatico. È consigliata fare quest’operazione una volta all’anno o biennale.
Per quanto riguarda invece la potatura, essa si deve andare effettuare a febbraio, si devono tagliare i rami, così da andare a stimolare i nuovi germogli e in modo tale da aumentare la produzione dei boccioli. Si tratta quindi di una coltivazione seppur molto semplice, molto lunga e per tale motivo bisogna avere tanta pazienza.