Il prosciutto crudo fa male? Ecco la marca che fa male al cuore, alla memoria e al colesterolo

Il prosciutto crudo è uno dei salumi maggiormente conosciuti, consumati ed anche esportati dal nostro paese, pur rientrando oramai tra gli alimenti sottoposti a vari controlli produttivi stringenti ma anche una maggior sensibilità in merito all’impatto sulla nostra salute. Come altri cibi parzialmente processati anche il prosciutto crudo ha fatto “alzare qualche sopracciglio”.

Il senso ampio del termine, il prosciutto crudo fa male? Quali sono gli impatti che può avere sulla nostra salute? E soprattutto, come sceglierlo al meglio, evitando particolari tipologie che fanno male, in particolare al sistema circolatorio ed al cuore?
Nelle prossime righe evidenzieremo come viene realizzato il prosciutto e come acquistarne uno di qualità.

Salume di successo

E’ un salume ma non un insaccato, in quanto ricavato da un unico pezzo di carne, che identifica l’arto posteriore del maiale. E’ un tipico prodotto italiano pur essendo simile ad latri concepiti in modi non troppo diversi (basta pensare allo spagnolo Jamon Serrano). Come dice il nome stesso, il prosciutto crudo non viene cotto ma sottoposto ad una speziatura, salatura e stagionatura.

Naturalmente sono molti gli aspetti che vanno ad impattare sullo stato finale del prodotto: inevitabilmente il prosciutto crudo non è sempre uguale, e resta un alimento che va consumato non eccessivamente di frequente, a causa della propria composizione che però non è totalmente negativo, come vedremo tra pochissimo analizzando la composizione.

Come scegliere il prosciutto crudo

Contiene infatti grassi anche grassi saturi, un importante compendio di proteine e sali minerali come il ferro che sono essenziali per i muscoli e per il cosiddetto rinnovo cellulare, contiene inoltre vari gruppi di vitamine molto importanti come quelle del gruppo B, che sono essenziali per ottenere una risposta energetica dal cibo e dai nutrienti che assimiliamo. Ma allo stesso tempo può essere un prodotto negativo:

  • A causa della presenza di sale, che è un problema per la pressione arteriosa e per il cuore
  • Troppi grassi saturi, spesso legati a prodotti non di elevata qualità può aumentare la presenza di problemi come il colesterolo alto
  • La carne non deve mai apparire troppo secca ma neanche troppo lucida, dall’aspetto “finto”
  • Il grasso deve essere presente ma avere una forma omogenea

E’ bene non consumare più di 50 – 60 grammi di prodotto anche di qualità buona non eccessivamente spesso (2 volte a settimana) è un buon compromesso, in questo senso possiamo ottenere principalmente punti positivi che vanno a contrastare quelli negativi. Ma come sceglierne uno di buona qualità? Basta controllare alcuni “indizi estetici”. Il colore deve essere sempre sul rosso vivo ma non troppo fino al rosso scuro, mai scegliere prodotti tendenti al marroncino. Ed il grasso non deve tendere al giallo. Il grasso che può piacere o meno, resta assolutamente importante perchè trattiene una parte del sale, che viene aggiunto alla composizione sia per migliorare il sapore ma anche per preservarne la qualità.

Conviene ovviamente puntare su prodotti e brand conosciuti ma anche evitando di scendere sotto un certo prezzo siamo “abbastanza sicuri” della buona presenza di elementi di qualità in questo prodotto che però presenta numerosi tentativi di replicare una qualità che magari non è presente. Come quasi tutti i cibi, anche il prosciutto non va detronizzato ma consumato con responsabilità.

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