Pensione anticipata, novità shock: ecco cosa cambia

Novità in vista per quel che concerne le pensioni anticipate nel nostro paese, che saranno nuovamente disponibili per alcune categorie di persone rientranti nel range stabilito dall’INPS in questi ultimi anni. Si tratta di una delle riforme in materia di pensioni più richiesta da parte di molti lavoratori che dovrebbero oramai avere i requisiti necessari.

Si tratta di una delle forme di pensionamento più gettonate in cui non si sono visti cambiamente eccessivi nel corso degli ultimi tempi, tuttavia, nelle ultime settimane alcuni punti sono stati cambiati e questo porterà ad una rivalutazione a partire dal 2025, anno in cui tali novità verranno messe in moto. Vediamo quali sono e cosa comporta.

Cos’è la pensione anticipata

Ovviamente, come intuibile dal nome stesso, si tratta di una forma ridotta di pensionamento in cui basterà versare contribuiti per un lasso minore di tempo. La forma di pensionamento ordinaria, ad esempio, prevede una soglia diversa e molto più lunga; viene confermata a tutti coloro che abbiano compiuto i 67 anni di età.

Si parla, più nel dettaglio, di un versamento di contributi pari a 42 anni per gli uomini e 41 per le donne. Diversamente da questo, però, la pensione anticipata necessità di requisiti più snelli in termini temporali ma più comlessi per tutta un’altra serie di motivi che si dovranno rispettare.

Pensione anticipata 2025

Tra le modifiche apportate a questa nuova versione di pensionamento anticipato troviamo certamente quello legato alla proroga di Quota 103, che viene confermata per quanto riguarda il 2025; ci permetterà di andare in pensione a 62 anni qualora fossero stati versati almeno 41 anni di contributi. A questa si aggiungono poi:

  • Opzione donna: con cui le donne possono andare in pensione a 61 anni e 35 anni di contributi
  • Ape Sociale: per i lavoratori disoccupati o invalidi

Esiste poi la pensione anticipata mista che da la possibilità di ritirarsi a coloro i quali abbiano compiuto 64 anni di età e abbiano versato 20 anni di contributi, ma valida soltanto per tutti coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996. Viene indirizzata principalmente agli uomini e disporranno così facendo di un assegno minimo di 1.620,00 euro lordi al mese.

Per le donne, invece, c’è la possibilità di accedere a tale forma di pensionamento con Assegno Sociale 2,8 volte maggiore quando hanno 1 figlio a carico e 2,6 volte maggiore quando i figli a carico sono 2. Viene, infine, confermata anche la pensione per anzianità a 67 anni di età e 20 anni di contributi minimi per coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996.

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